Ieri seguivo il corso di sociolinguistica del professore Maturi quando lo stesso professore spiegando il rapporto dialetti e lingue ha citato i dialetti di Milano, Palermo,Roma, Bari, Napoli e infine Ariano Irpino. Riflettevo sul fatto che il nostro dialetto fosse stato citato con dialetti molto importanti, perché la sociolinguinstica insegna che ogni dialetto è rilevante ma la sua importanza sta prima di tutto nel numero di persone che lo parlano, al di fuori del dialetti che erano degli esempi, il professore ci citava fra le città più importanti d’Italia. Dopo una mezz’oretta il professore parlando del fatto che anche se un dialetto non ha una grammatica scritta non vuol dire che non ha delle regole, dice : “anche se il dialetto di Ariano Irpino non ha testi di grammatica non vuol dire che gli arianesi non abbiano delle regole in testa del loro dialetto”.
A questo punto preso dalla curiosità decido di chiedere al professore spiegazioni dopo la lezione. Il professore mi risponde che era puro caso che gli fosse venuto in mente Ariano, le mie speranze che le nostre mitiche parole “quatrara”, “crai”, “ailama” avessero colpito un linguista della Federico II, si sono infrante nelle sue parole: “allora tu sei di Ariano”. Alla fine siamo rimasti d’accordo su una mia ricerca sul nostro dialetto e sul suo aspetto sociolinguistico.
Bravo Roberto. Interessantissima questa notizia. Vediamo di organizzare qualcosa ad Ariano con questo professore.
ue rob, io sto facendo una tesina di sociolinguistica sulla variazione del dialetto dalle campagne (stillo) al centro, fammi sapere tu ke idee hai e se ti posso essere d'aiuto
lorenzo
eh so lorenzo di paola se nn hai capito
Ciao Caro Lorenzo, poi ho fatto l'esame con un bel 30, non ho fatto nessuna ricerca però. Anche se l'argomento è molto interessante mi spaventò l'aspetto fonetico che mi pose il professore. Senza saper scrivere foneticamente è impossibile affrontare una ricerca vera e propria. Grazie comunque.